Maialata 2025

La sagra del colesterolo

Villongo 16 marzo 2025

La “Maialata” Avis: una questione di sangue, cuore e… stomaco 

Si è celebrata domenica 16 marzo la ormai leggendaria “Maialata” dell’Avis Sarnico, un rito annuale che richiama Avisini, collaboratori e simpatizzanti in un’orgia di sapori e calorie. Un’ormai collaudata “sagra del colesterolo”, un’ode al trigliceride, un’epopea gastronomica che spazza via ogni velleità dietetica e trasforma anche il più rigido salutista in un convinto sostenitore della filosofia «mangia e pentiti domani».

Il menù, ovviamente, non ha deluso: ossa di maiale da spolpare fino all’ultima fibra con la dedizione di un archeologo in missione, “soppressa” generosa che avrebbe commosso anche il più austero dei vegetariani, pollo immerso in funghi porcini come se volesse fare il bagno prima del gran finale, e un tripudio di formaggi in tutte le stagionature possibili, serviti con la nonchalance di chi non teme le analisi del sangue. Sul tavolo, quasi per decoro e per salvare la faccia, faceva capolino una timida insalatina, guardata con sospetto e lasciata intatta come a dire «Non è il tuo momento, cara». Un pranzo da brividi, una frattura scomposta all’apparato digerente dalla quale se ne esce più devastati dell’italiano di Antonio Cassano, in un contesto dove mangiare con le mani è una forma di rispetto.

A fare gli onori di casa il nuovo presidente Livio Tallarini, ma la regia nemmeno tanto occulta dell’evento era nelle mani esperte di Serafino Falconi, gran cerimoniere della Maialata nonché orgoglioso proprietario del maiale (o dei maiali) che ha generosamente donato alla causa. Presenti anche il presidente regionale di Avis, Oscar Bianchi, che con grande spirito di sacrificio ha affrontato l’evento come una missione diplomatica: stringere mani unte, sorridere tra un boccone e l’altro e dimostrare che il vero sangue freddo non è solo quello dei donatori, ma anche di chi affronta senza esitazione un vassoio di ossa fumanti e, con il benestare divino, il parroco don Alessandro che ha saggiamente evitato di ricordare quante volte nel Vangelo si parli di digiuno e penitenza.

Curioso notare come anche le signore, solitamente più caute di fronte a questo genere di menu, abbiano ceduto con entusiasmo alle tentazioni della tavola, accantonando per un giorno ogni remora dietetica e dimostrando che davanti a piatti del genere la compostezza può attendere.

La chiusura è stata affidata alla solita “British style cake”, dolce su cui campeggiano le foto dei nostri Avisini, un’opera d’arte ipercalorica che rende omaggio alla creatività pasticcera e alla capacità di accumulare zuccheri con eleganza.

Ma il piatto forte della giornata non è stato il cibo (o almeno, non solo), bensì la gioia di ritrovarsi e condividere un momento di autentica convivialità. Risate, racconti, aneddoti di vecchie edizioni della Maialata e qualche brindisi hanno reso la giornata ancora più speciale, cementando quell’atmosfera familiare che caratterizza l’Avis. Perché alla fine, l’Avis non è solo una questione di sangue, ma anche di cuore. E di stomaco.